- Parigi e la Belle Époque -
a cura di Chiara Del Vecchio, Alessia Menozzi, Sofia Aravecchia, Anna Dimitriu, Elisa Farina - 3H
La Belle Époque è un’espressione nata dopo la prima guerra mondiale, al momento in cui la Francia contava i suoi morti e i suoi feriti, facendo fronte all’inflazione e alla crisi economica. E’ un’evocazione nostalgica del periodo anteriore la guerra (1889-1914), caratterizzato da grandi progressi in vari settori e da numerose invenzioni, tutto ciò contribuisce a creare un’atmosfera di gaia leggerezza e di euforia.
Questo spirito sereno e spensierato fluttua
nei viali, nei caffè, nelle gallerie d’arte e nei saloni frequentati dalla borghesia.
La Parigi della Belle Époque è il centro intellettuale e culturale dell'Europa, gli Impressionisti si trasformano in “pittori della
vita moderna” e
Parigi diventa nucleo vitale di folla, animazione, luci, colori, movimento. La musica diventa pretesto per un ritrovo
mondano-culturale di una
società caratterizzata dal salotto.
• Manet, come altri pittori della fine dell’800, contribuisce a mettere a fuoco l’esistenza della vita "moderna" parigina. Un esempio si ha nel quadro
La musica alle Tuileries (1860), dove egli rappresenta un momento di svago di una società elegante, raffinata e colta.
Il Caffè è dunque un luogo dall’aspetto quasi magico e fantastico, visto come l’occasione per fare quattro chiacchiere dopo cena, luogo di incontro di musicisti, letterati, artisti, fotografi. Nei caffè si formano veri e propri circoli, dove si discutono e dibattono problemi di ogni tipo. L’impressionismo, a livello teorico, nasce in uno di questi caffè, con
Manet, Renoir, Pissarro…
Le café dans la rue du Théâtre français di Manet ritrae appunto uno di questi ambienti così apprezzati al tempo.
• In questo periodo a Parigi ebbe successo il Moulin Rouge, luogo di incontro degli artisti del tempo.
Al Moulin Rouge è il titolo di un dipinto ad olio su tela realizzato dal pittore francese
Henri de Toulouse-Lautrec. Come altri dipinti di Lautrec, la scena raffigura momenti di vita notturna della Parigi della bella vita: in particolare, gli interni del Moulin Rouge sono il soggetto della raffigurazione.
Al centro della tela, sullo sfondo, si vede lo stesso Lautrec, riconoscibile dalla bassa statura, in compagnia di due uomini e due ballerine.
Contrariamente agli Impressionisti dell’epoca, Lautrec non aveva molto interesse per il paesaggio e per la
pittura en plen air: al centro della sua produzione vi sarà sempre la figura umana, con tipi e personaggi estremamente caratterizzati. Lautrec ha infatti un’ottica soggettiva, uno sguardo tagliente che indaga la realtà per poi riproporre ciò che lui stesso ritiene di vedere.
Sempre il Moulin Rouge viene subito destinato a spettacoli come il can can.
• Il Can-can francese è una danza eseguita da danzatrici nei cabaret al tempo della Belle époque.
Le origini del can-can (il cui nome deriva forse dalla storpiatura della parola francese "scandal") sono piuttosto incerte. Si sostiene che il can-can, in gran parte di origine popolare, derivi dall'usanza delle lavandaie di Montmartre di mostrare, ogni domenica, le gonne per le strade del quartiere.
Il compositore Jacques Offenbach scrisse famosi can-can per operette.
Il caso più celebre è quello del Galop infernale, nell'operetta Orfeo all'inferno.
Per ascoltarlo: http://www.youtube.com/watch?v=g0WRJES4cyw
Tra i musicisti famosi di questo periodo c’è anche Maurice Ravel, il Boléro è sicuramente il suo più grande successo anche se postumo al periodo della Belle époque. Il Bolero è una danza spagnola che Ravel ha adattato, ripetendone quasi ossessivamente il tema in un continuo crescendo. E’ una delle più celebri composizioni del '900 e una delle poche musiche per grande orchestra sinfonica ad aver conquistato una vera popolarità.
Per ascoltarlo: http://www.youtube.com/watch?v=3-4J5j74VPw
• In questo periodo nasce la figura dell’artista bohémien: il termine indica un genere di vita fatto di estro, di provvisorietà, sempre alle prese con problemi economici, proprio di certi gruppi di artisti e letterati del sec. XIX. La parola bohème fa riferimento agli zingari che in genere provenivano dalla Boemia e definisce, in francese, anche la persona che pratichi una vita anticonformista e disordinata, “maledetta”.
• In questo contesto di benessere generale le barriere di ceto svanirono grazie alla crescita dei redditi, che permise alle famiglie di dedicare una parte sempre maggiore all’acquisto di abbigliamento.
Parigi fu, in questi anni, il punto cardine dello sviluppo della moda. In questo contesto ebbe particolare successo
la stilista parigina Gabrielle Chanel, che inventò la moda femminile del XX secolo: gonne più corte, vestiti semplici e pratici, utilizzo del jersey. La sua moda si lega all’immagine di una donna dinamica e sportiva e l’uso degli accessori diventa un classico della moda francese di oggi.
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